Recensione Kill Creek – Scott Thomas

Oggi vi consiglio questo splendido omaggio alla letteratura horror del Novecento, Kill Creek di Scott Thomas, edito per noi da Rizzoli che ringrazio per avercene fornito una copia per potervela far conoscere.Ciao a tutti, miei tenebrosi Amicony amanti dell’horror e dei brividi lungo la schiena,
mentre leggete il vostro libro attenti ad ogni più piccolo rumore, ad
ogni scricchiolìo, la lettura illuminata dalla fioca luce di una
candela, al freddo…

Beh, per lo più quando mi accingo a letture della mia seconda comfort zone entro in una forma mentis di questo tipo, è rassicurante.

Cos’è Kill Creek?

Kill Creek è un thriller, un thriller con elementi soprannaturale, un horror decisamente sui generis.
Non fa “davvero” paura, non sarete sorpresi da jump scares che vi lasceranno col fiato sospeso e vi faranno sobbalzare sulla poltrona.

In fondo a una strada sterrata, mezzo dimenticata nel cuore del Kansas, sorge la casa delle sorelle Finch.
Per molti anni è rimasta vuota, abbandonata, soffocata dalle erbacce. Adesso la porta sta per essere riaperta.
Ma qualcosa, o qualcuno, aspetta nel profondo delle sue ombre, e non vede l’ora di incontrare i suoi nuovi ospiti…
Quando Sam McGarver, autore di best seller horror, viene invitato a trascorrere la notte di Halloween in una delle case infestate dai fantasmi più famosa del mondo, accetta con riluttanza.
Se non altro, non sarà solo: con lui ci saranno altri tre acclamati maestri del macabro, scrittori che come lui hanno contribuito a tracciare la mappa moderna di quel genere letterario.
Ma quella che inizia come una trovata pubblicitaria si trasformerà in una vera e propria lotta per la sopravvivenza.
L’entità che hanno risvegliato li segue, li tormenta, li minaccia, fino a farli diventare parte della sanguinosa eredità di Kill Creek.

Riunisce con successo i classici del vecchio mondo che conosciamo come The Haunting of Hill House di Shirley Jackson (ne ho parlato rapidamente qui), elementi dei film di genere giapponesi globalmente conosciuti, come The Ring o The Grudge, e un po’ di Amityville Horror o del classico “casa infestata” per dare ai lettori alcuni colpi di scena che vogliono essere originali e generare la paura dalla suspance e dal dubbio.

Ci sono due personaggi principali, quattro personaggi secondari e la mostruosità che è la casa stessa, rendendo così l’atmosfera intima ed avvolgente.

McGarver è la nostra strada di accesso al mondo dell’orrore e della casa stessa, svolgendo inizialmente nel contesto della sua storia il ruolo di insegnante di letteratura di genere horror, insegnando al lettore come ai suoi studenti alcuni dei suoi capisaldi.
E’ un famoso scrittore horror di grande talento, noto al grande pubblico per i suoi romanzi che sono diventati tutti bestseller e che ora attraversa un brutto momento di blocco dello scrittore dovuto anche, forse, alla recente separazione dalla moglie.
Le cicatrici che porta sul braccio come un segno indelebile di un terribile passato sono nascoste da un intricato tatuaggio ma questo non basta a nascondere una debolezza interiore che fatica a contenere.

A rimbalzare su di lui abbiamo l’oscurità tagliente del rasoio di T. C. Moore, una scrittrice cruda e brutale che scava nelle emozioni di noi stessi che non mostriamo mai.
Anche lei celebre scrittrice di un horror crudo, gore e sensuale, dove demoni e nefandezze corrompono l’uomo e che si contrappone all’horror più intimo e realistico di McGarver.
I suoi libri sono famosi, discussi e ora hanno anche trovato una produzione televisiva che potrebbe mandare la sua fama alle stelle, ma tutto questo non fa per lei.

Il quartetto si completa con gli altri due scrittori che faranno parte della coterie: Sebastian Cole, anziano scrittore di un horror ormai perduto, che fa tanta nostalgia, che ha in qualche modo dato stimolo a McGarver di intraprendere la carriera di scrittore e che scrive libri che diventano leggenda e che, in qualche modo, già lo sono, il cui orrore si genera dagli sconfinati recessi della mente umana, appena aldilà della coda dell’occhio, ed infine Daniel Slaughter, uno scrittore per ragazzi che infarcisce i suoi numerosissimi romanzi di un’aura di redenzione e cristiana moralità.

Tutti e quattro sono invitati dal carismatico Wainwright, il creatore e il gestore del sito web horror di maggior successo, a far parte di un’intervista in streaming dal vivo che sarà il più grande evento dell’anno per i suoi fan e la sua avventura di maggior successo fino ad oggi che si terrà la notte di Halloween nell’ambientazione della terribile villa di Kill Creek.
Ogni protagonista ha proprie motivazioni per accettare l’invito del misterioso Wainwright.

“La cameriera, lunga e storta come una sigaretta piegata, riempiva le tazze una ad una con caffè nero come il fango del fiume.”

A fare da sfondo al romanzo è la magione che sorge su Kill Creek, una villa segnata da innumerevoli fatti tragici e intrisa del sangue dei suoi proprietari che si sono succeduti fino alle sorelle Finch che la lasciarono abbandonata ma protetta da un lascito testamentario.

La storia poi è condita dal mistero che la casa ha generato nel corso degli anni e delle strane ed inquietanti apparizioni e fenomeni misteriosi che accompagnano la combriccola.

Ora basta parlare della trama perché non voglio incorrere in spoiler o commentacci, diciamo solo che prosegue con una certa dose di prevedibilità, di suspance e di interessanti evoluzioni di trama che portano ad una conclusione forse un filo banale ma sicuramente d’effetto.

Ma non è stato questo a farmi piacere da morire questo libro.

Quello che ho adorato è stato il confronto tra i personaggi, le loro storie, i loro dilemmi, il drama come si dice oggi.
La storia in generale dietro a questo libro è quella di voler essere una sorta di omaggio letterario al mondo dell’horror.

I parallelismi tra gli elementi che costituiscono questo libro e la loro attinenza alla realtà è fenomenale.
Camei lasciati qui e là a formare un quadro d’insieme di quella che è la letteratura horror da quando si è sganciata dal genere grottesco, poetico ed ispirato dei suoi albori.
Inevitabile è infatti trovare riferimenti a produzioni cinematografiche o bibliografiche dirette, come quando vengono citati film o libri in modo diretto, ma anche nella scelta della costruzione dei protagonisti stessi: McGarver è inevitabilmente un omaggio a Stephen King, T.C. Moore un inaspettato e piacevole omaggio a Clive Barker, l’artista creatore di Hellraiser e di una sconfinata serie di libri e racconti purtroppo mai ben portati nel nostro Paese, Daniel Slaughtner un riferimento non troppo nascosto a Robert Lawrence Stine, creatore di Piccoli Brividi, ed infine Sebastian Cole che è stato un enigma bello e buono per diversi giorni.
Il riferimento più diretto sarebbe ad un Lovecraft, ad un Poe ma sono riferimenti troppo tirati per essere contrapposti direttamente al personaggio e così, cercando altri riferimenti e parlandone con Giulia R. di Giuliarofficialpage, l’Epifania: Shirley Jackson.
Infine Wainwright che rappresenta il presente e il futuro dell’innovazione tecnologica che permea tutti gli stati dell’arte e tutte le forme di produzione intellettuale, oggi.

Consiglio?

Io l’ho trovato un libro godevolissimo e piacevole, sopratutto per amanti del genere che conoscono l’eclettismo della letteratura horror ed anche per gli amanti dei romanzi che ti fanno restare col fiato sospeso e accendere la luce per illuminare i corridoi bui.

Chi è Scott Tohomas

Scott Thomas è nato a Coffeyville, in Kansas.
Scrive e produce per la televisione americana.
È co-creatore ed executive producer delle serie Best Friends Whenever (Disney Channel) e di Randy Cunningham: 9th Grade Ninja (Disney XD).
Ha scritto per Cartoon Network, Nickelodeon e ABC Family.
Per MTV ha co-sceneggiato la trilogia horror My Super Psycho Sweet 16 ed è stato nominato a un Daytime Emmy per la sceneggiatura di R.L. Stine’s The Hounting Hour.
Vive a Los Angeles, California.
Kill Creek è il suo primo romanzo, è stato candidato ai Bram Stoker Awards e diventerà una serie TV per la regia di Scott Derrickson (Doctor Strange, The Exorcism of Emily Rose).

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