Recensione Il Capanno di Ash – Jen Wang

Recensione Ashura's Corner Il Capanno di Ash  Jen Wang

Jen Wang ci regala con il capanno di Ash un’opera che non solo tocca le corde dell’introspezione e della ricerca di sé, ma che si intreccia profondamente con le problematiche che affliggono la nostra società contemporanea. Questo graphic novel, pubblicato da Bao Publishing, rappresenta una voce autentica e silenziosa che, sotto la superficie delicata del racconto, grida domande fondamentali sulla nostra esistenza, sul clima che cambia e su cosa significhi davvero trovare il proprio posto in un mondo sempre più fratturato. Ash, la giovane protagonista, si trova ad affrontare una duplice lotta: quella interiore per affermare la propria identità in evoluzione, e quella esteriore contro un futuro incerto e minaccioso. È un personaggio che ci parla della difficoltà di essere giovani in un’epoca di crisi climatica, in cui l’ansia per ciò che verrà si mescola alla ricerca di un’identità che non sia solo personale, ma anche collettiva. Ash sente il peso del cambiamento climatico non solo come una minaccia fisica, ma come un riflesso del caos interiore che affronta ogni giorno. La sua fuga nei boschi non è solo un atto di ribellione ma anche un tentativo disperato di trovare un rifugio, un luogo sicuro dove poter fermare il tempo, proprio come il capanno costruito dal nonno in un angolo dimenticato della foresta.

Recensione Ashura's Corner Il Capanno di Ash  Jen Wang

In questo senso, il capanno rappresenta molto di più di una semplice meta fisica. È il simbolo di quella speranza sfuggente che molti di noi cercano, un luogo di pace e sicurezza in un mondo che sembra andare in rovina. La natura diventa sia complice che antagonista in questa avventura: da una parte offre ad Ash un luogo in cui ricostruirsi, dall’altra lo mette di fronte alle sue paure più profonde e alla solitudine incombente. L’opera di Wang è straordinaria nel modo di affrontare temi tanto vasti e complessi con una narrazione semplice, quasi priva di fronzoli. I disegni delicati e le parole misurate fanno emergere con forza la fragilità del protagonista, ma anche la sua determinazione a trovare un senso in un mondo che sembra sempre più privo di direzioni certe.
In un’epoca in cui il cambiamento climatico sta trasformando radicalmente il nostro pianeta, la fuga di Ash ci appare come un eco delle nostre stesse paure e incertezze: cercare un rifugio, un luogo dove poter respirare e ritrovare noi stessi, lontano dal rumore assordante della civiltà.Ash non si limita a fuggire ma si mette alla prova, cerca risposte nel silenzio della natura, dove il caos del mondo moderno si dissolve. La sua esperienza nei boschi diventa una metafora potente del percorso di crescita, del lasciarsi alle spalle vecchie identità e paure per abbracciarne di nuove.

Recensione Ashura's Corner Il Capanno di Ash  Jen Wang

Come il capanno che deve essere rimesso in sesto, anche Ash ricostruisce se stesso, pezzo dopo pezzo, attraverso la fatica, la solitudine e la consapevolezza che la vera forza si trova dall’altro lato della paura. Questo graphic novel si distingue anche per il suo stile grafico, che riesce a veicolare emozioni e temi complessi con un’apparente semplicità visiva. Jen Wang utilizza un tratto morbido e delicato, capace di trasmettere la vulnerabilità dei personaggi e la bellezza della natura che li circonda. I colori tenui, spesso pastellati, creano un’atmosfera intima e riflessiva, perfetta per accompagnare il viaggio interiore di Ash. Le tonalità naturali, dai verdi dei boschi ai blu e grigi del cielo, diventano simboliche di un mondo che cambia e riflettono le emozioni del protagonista: paura, incertezza, ma anche speranza e rinascita. Il tratto di Wang non è eccessivamente dettagliato ma ha una precisione che colpisce nella sua essenzialità. I volti dei personaggi, sebbene semplici, riescono a esprimere una gamma di emozioni che vanno dalla malinconia alla determinazione, rendendo Ash e gli altri protagonisti incredibilmente umani e vicini a noi.

Recensione Ashura's Corner Il Capanno di Ash  Jen Wang

Anche il modo in cui sono rappresentati gli spazi, come il capanno del nonno o i vasti scenari naturali, risulta essenziale per dare forma al mondo interiore di Ash. La scelta di non sovraccaricare le tavole con dettagli superflui permette alla storia di respirare, di evolversi con delicatezza, lasciando spazio alla riflessione. La struttura delle tavole segue un ritmo calmo, che riflette la quiete della natura e l’isolamento di Ash. Non ci sono sequenze frenetiche ma, piuttosto, un’armonia visiva che accompagna il lettore in un viaggio interiore, fatto di pause e di momenti di contemplazione. La narrazione grafica diventa così una finestra sul mondo interiore del protagonista, in cui ogni linea e ogni colore contribuiscono a disegnare il percorso di scoperta e di crescita. Il capanno di Ash è una riflessione profonda non solo sulla ricerca dell’identità, ma anche sul nostro rapporto con la natura e con un mondo in pericolo. La storia di Ash ci ricorda quanto sia importante fermarsi e ascoltare, dentro di noi e intorno a noi, per capire cosa significa davvero sentirsi a casa in un mondo in costante cambiamento. Una lettura che scuote, invita alla riflessione e, soprattutto, ci lascia con una domanda cruciale: quale sarà il nostro rifugio quando tutto il resto sembra andare in rovina?




Chi è Jen Wang?

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Jen Wang è una sceneggiatrice, fumettista e illustratrice di origini asiatiche naturalizzata americana. È conosciuta principalmente per essere co-fondatrice e organizzatrice del festival di fumetti di Los Angeles “Comic Arts LA”. Tra i suoi lavori, i disegni per Adventure Time e i suoi graphic novel Koko Be Good, In Real Life e Il principe e la sarta, pubblicato in Italia da BAO Publishing.






Si ringrazia sentitamente la casa editrice per averci fornito la copia ARC per questa recensione.

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