Esistono storie capaci di emozionarti come poche. Avete presente quei racconti che già dalla copertina danno l’impressione che vi rimarrà addosso e provocherà una quantità inimmaginabile di emozioni? Avete mai percepito questa sensazione nel momento in cui avete visto la copertina? Bene, l’attesa crea questo effetto.
La pluripremiata ed eccezionale Keum Suk Gendry-Kim torna nelle nostre librerie con una nuova storia ricca di pathos ed emotività. Dopo le Malerbe e Jun raggiungiamo un nuovo step emotivo.
La pluripremiata ed eccezionale Keum Suk Gendry-Kim torna nelle nostre librerie con una nuova storia ricca di pathos ed emotività. Dopo le Malerbe e Jun raggiungiamo un nuovo step emotivo.
Partendo dalla storia della sua famiglia l’autrice sudcoreana ci racconta la tragica fuga, durante gli anni cinquanta, del popolo nord coreano verso la Corea del Sud. Nello specifico, Keum si soffermerà su una famiglia, mostrandoci le terribili fatiche, gli sforzi e i pericoli che tutti dovranno affrontare durante il viaggio, fino ad arrivare al distacco totale.
Ahimè (mi duole dirlo) l’attesa si sofferma proprio su quest’ultimo aspetto perché la famiglia si spaccherà in due. A causa di uno “scherzo” del destino la madre perderà di vista il figlio ancora piccino e, dopo quasi settant’anni, non ha ancora perso la speranza e la forza di riabbracciarlo.
Ci troviamo dinanzi ad una storia davvero straziante e lacerante; ancora una volta l’autrice è capace di portare l’attenzione su una delle tante realtà lontane dal nostro quotidiano, trasmettendo tutta l’angoscia, il dolore e il vuoto che questa situazione ha creato e continua ancora a creare alle famiglie che hanno subìto tanto strazio.
L’attesa è la dimostrazione che il vero amore, i veri rapporti familiari, possono durare tutta la vita, anche quando la vita stessa ci rema contro.
Ancora una volta l’autrice ci catapulta con forza all’interno di una società completamente agli antipodi dalla nostra, portando sotto i riflettori barbarie, situazioni strazianti e dolori che non potevamo minimamente immaginare.
I disegni, a volte confusi e non sempre delineati, sono un tratto distintivo dell’autrice che contribuisce a coinvolgere empaticamente il lettore. Non esistono parole, per quantificare la bellezza e l’incredibile valore che questo titolo, ad oggi, può avere nelle nostre vite.
Una storia toccante, incredibile, che sicuramente vi cambierà.
Questi titoli dovrebbero essere letti da tutti, affinché tali azioni non vengano commesse più.
Chi è Keum Suk Gendry-Kim?
Keum Suk Gendry-Kim è nata a Goheung, nella provincia di Jeolla, nella Corea del Sud. Nel 2012, dopo anni di pubblicazioni indipendenti, viene notata dalla Casa editrice Sarbacane, per la quale pubblica Le chant de mon père. A questo graphic novel ne seguono tanti altri, tra cui Jiseul, Kogaeyi, The Baby Hanyeo Okrang Goes to Dokdo, A day with my grandpa e My Mother Kang Geumsun. I suoi lavori le sono valsi diversi riconoscimenti, tra cui il Best Creative Manga Award e numerose mostre in tutta Europa. Nel 2018 realizza il graphic novel Le Malerbe, basato sulla testimonianza diretta di una sopravvissuta al dramma delle comfort women coreane, portato in Italia nel 2019 da BAO Publishing. In seguito, nel 2021 viene pubblicato in Italia Jun, sul difficile rapporto tra la società coreana e l’autismo.
Si ringrazia sentitamente la casa editrice per averci fornito la copia ARC per questa recensione.