Recensione Il Giovane Mungo – Douglas Stuart

Approcciarsi ad un titolo che sai, fin dall’inizio, che ti farà male non è mai semplice. Non sai se dovrai (e quanto) prepararti al peggio, non sai quante lacrime ti farà cadere oppure quanti sorrisi ti strapperà. Poi, con una sovraccoperta del genere, sai già che toccherà punti dolenti della tua vita, quei piccoli traumi e quelle incomprensioni che porti da tanto tempo.

Una persona fa una preparazione davvero importante, prima di cimentarsi a una lettura tanto importante… ma non avevo preventivato che le mie preparazioni sarebbero volate via in pochissimo tempo.

Recensione Ashura's Corner Il Giovane Mungo -  Douglas Stuart

La storia è ambientata nella città di Glasgow nel 1981, un periodo difficile e problematico soprattutto per chi vive una realtà non semplice, una quotidianità fatta di sopravvivenza, incomprensione e indifferenza; come avviene per il giovane Mungo. Mungo è un adolescente particolare, troppo tonto per la società degli svegli e troppo sveglio per la società dei tonti; un vero e proprio pesce fuor d’acqua che inciampa in ogni contesto sociale a cui approccia. Non possiamo mica biasimarlo: la madre lo abbandona ogni volta che un uomo le fa la corte oppure prova a barattarlo per una bottiglia di alcol (meglio non conoscere il suo alter ego da ubriaca: Spauracchia), la sorella Jodie è spavalda ma fragile ed emotiva e infine, come ciliegina sulla torta, Hammish — fratello maggiore — è il teppista del quartiere. 

Mungo è un agglomerato di traumi, bisognoso di affetto e con tic nervosi; oltre a tutto ciò metteteci anche la pubertà, lo sviluppo ormonale e la ricerca dell’Io legato all’orientamento sessuale. Perché sì, Mungo ancora non è riuscito a capire chi è realmente sé stesso, cosa vorrebbe dagli altri e chi vuole amare. È ancora troppo tenero e acerbo per prendere una vera consapevolezza di sé.

Assisteremo, pagina dopo pagina, al modo in cui trascorre le giornate, vivremo con lui (e tutta la famiglia) il dolore che ha dovuto subire e tutti i traumi che lo hanno colpito. Dell’amore mancato della mamma, della crudeltà e della violenza del fratello maggiore, dell’enorme responsabilità della sorella, della sua enorme fragilità e debolezza.

 

Durante la narrazione il focus si fermerà su due episodi, in due archi temporali differenti: la conoscenza di James e la battuta di pesca con Gallowgate e St. Christopher. Questi episodi segneranno Mungo in modo permanente. L’accostamento non è del tutto casuale: il primo rappresenta un avvenimento dolce e sensibile (forse uno dei più belli del romanzo) mentre l’altro racconta una delle parentesi più crude e dolorose mai lette. Non voglio darvi alcuna anticipazione ma posso dirvi che, scrivendo i nomi dei due signori appena citati, ho avuto un brivido di disgusto che mi ha percorso tutto il corpo.

 

Il Giovane Mungo è davvero una rarità di pura bellezza e tristezza in egual misura. 

Sapete, ho il cuore immerso nello zucchero, mi commuovo ai video dei gattini che miagolano su Instagram ma qui ci troviamo dinanzi a una storia davvero disarmante e struggente. Determinati passaggi sono molto toccanti, devastanti. È oggettivamente impossibile dare la giusta importanza e il giusto apprezzamento a qualcosa di perfetto.

 

L’unica piccola “pecca”, se vogliamo trovare il pelo nell’uovo, è nella narrazione e su come la storia si evolve. Il ritmo narrativo, in alcuni momenti, è leggermente sottotono e questo potrebbe spingere il lettore a non proseguire ma, attenzione, NON FATELO.

Sfogliate tutte le pagine, andate avanti perché è davvero una rarità. È un titolo forte, intenso che porta l’attenzione su tematiche (passate ma tutt’ora attuali) che non tutti affrontano o di cui vogliono parlare apertamente. 

 

Il Giovane Mungo è sicuramente una delle letture più belle, complesse e maestose fatte quest’anno. Promosso a pieni voti e con tante lacrime di accompagnamento.

 

Chi è Douglas Stuar? 

Recensione Ashura's Corner Il Giovane Mungo -  Douglas StuartDouglas Stuart è nato nel 1976 a Glasgow, dove è cresciuto. Dopo aver frequentato il Royal College of Art a Londra, si è trasferito a New York. I suoi scritti sono apparsi sul “New Yorker” e su “Lit Hub”. Storia di Shuggie Bain è il suo primo romanzo e ha vinto il rinomato Booker Prize nel novembre del 2020, oltre a essere stato tra i finalisti della short-list del National Book Award, del Center for Fiction Debut Novel Prize e del Kirkus Prize for Fiction. È stato inoltre nominato The Waterstones Scottish Book of the Year 2020, e il libro dell’anno da “The Times” e “The Telegraph”. Il giovane Mungo è il suo secondo romanzo.

 

Si ringrazia sentitamente la casa editrice per averci fornito la copia ARC per questa recensione.

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