Recensione Hive – Tim Curran

Ma dove la trovate oggi una casa editrice italiana così coraggiosa e fiera che affronta l’ignoto e l’innominabile per portarci autori stranieri del calibro di Tim Curran?
Sàga Edizioni ci porta oggi sulle freddissime cime dei monti antartici ad esplorare ciò che l’uomo non dovrebbe mai avere l’ardire di mettere piede…
 
Rieccoci a parlare di uno degli autori più iconici degli ultimi tempi, in uno dei suoi colossal più conosciuti.
Hive è una perlina libresca del mondo del genere horror e crea un connubio perfettamente amalgamato tra l’orrore ancestrale e folle del classico stile di Lovecraft al moderno e senza limiti horror moderno.

Jimmy Hayes ha avuto un brutto presentimento nel momento in cui è arrivato alla Stazione Kharkov e quella sua sensazione ha trovato conferma quando sono state ritrovate delle mummie fra le montagne.
Quando vengono scoperti i resti di una civiltà preumana, alla Stazione Kharkov iniziano i problemi veri… 
Tim Curran (autore di Skin Medicine) ci regala uno straordinario seguito de “Le montagne della Follia” di H.P. Lovecraft.

 

Alle montagne della follia (At the Mountains of Madness), tradotto anche come Le montagne della follia, è un romanzo horror dell’immenso zio Howard Phillips Lovecraft.

Fu senza dubbio uno dei suoi masterpiece, anche se all’epoca ebbe qualche difficoltà a farsi conoscere dal pubblico.

In questo lunghissimo racconto, il solitario di Providence traccia le basi della struttura del suo cosmo narrativo, introducendo le antiche e mostruose divinità che caratterizzano il peculiare pantheon in cui quasi tutte le sue opere sono immerse.
 
In Hive, Tim Curran ci porta nei luoghi dove è stata ambientata la storia di Le montagne della follia, ma ai giorni nostri, in un sequel dal sapore cinematografico, emozionante e accattivante.
E così comincia…
Si parla di una spedizione in Antartide, i continente meno esplorato e conosciuto della Terra, dove, in una grotta misteriosa a Medusa Drift vengono trovate quelle che sembrano, ad una prima occhiata, delle mummie perfettamente conservate dalle temperature polari di un qualche tipo di animale preistorico.

Quando i primi scienziati a vedere quelle creature ghiacciate si trovano davanti a creature che non sono mai state viste dall’uomo e che sembrano cosi perfettamente conservate si rendono conto che potrebbero rappresentare la scoperta scientifica più grande dell’umanità.

Riportati i corpi alla stazione di ricerca di Kharkhov per essere esaminati, cominciano a diffondersi disagi e strani pensieri tra il personale in servizio, soprattutto quando uno dei tecnici viene a contatto con una di queste creature e comincia a… cambiare.
E a fianco dell’emozionante seppur terrificante scoperta, i ricercatori scoprono che quelle che pensavano fossero grotte formatesi naturalmente, sono invece i resti di una antichissima città distrutta da un evento sismico di proporzioni inimmaginabili.

Come non bastasse, una ricerca condotta in parallelo su un lago sepolto sotto i ghiacci, si rivela una scoperta altrettanto sensazionale perché quel lago è di fatto un ambiente naturale lasciato completamente isolato per milioni di anni dal resto del mondo e quindi ultimo testimone di un pianeta ormai scomparso.

In questo modo un autore della nostra epoca ha aperto la continuazione di una linea narrativa iniziata un secolo prima da uno dei fondatori di un genere letterario ed è tutto un folle, assurdo e terrificante crescendo di tensione e follia, rivelazioni e nuovi misteri, in un ritmo narrativo che definirei un interval training di lettura con momenti di una lentezza quasi soffocante alternati ad azione rapida e tachicardica.
Il tutto inframezzato da diversi pseudocontenuti storici che aiutano a collegare la cronologia degli eventi collegando il presente al passato lasciato da Lovecraft al mistero e all’oblio.
Partiamo da una doverosa premessa: adoro Tim Curran, adoro le ambientazioni glaciali, adoro le robe scientifiche, adoro Lovecraft e adoro quando un autore cerca di inventare un seguito ad un’opera del passato (e divento molto critico in merito) e quindi è un po’ come essere “di parte” nel mio processo valutativo.

Ad ogni modo, fidatevi, ho adorato questo libro.

Mi ha tenuto compagnia durante tutta convalescenza post-covid ed anche qualche giorno oltre, perché è davvero un’esperienza di lettura in cui immergersi e gustarsi il viaggio.
 
Curran riprende da dove Lovecraft aveva lasciato, un secolo dopo gli eventi narrati in Le montagne della follia, riaprendo il vaso di Pandora che i protagonisti del vecchio racconto avevano solo sbirciato.
Gli Antichi sono vivi e vogliono conquistare il mondo e serviranno un rude e spavaldo meccanico e una geniale e saggia dottoressa per fermare la loro ascesa.
Adoro queste cose!
 

Vero è che a volte l’azione e il ritmo rallentano e stordiscono con una ridondanza un po’ seccante, soprattutto quando alcuni eventi o concetti vengono ripetuti e ripetuti e ripetuti ma non bisogna sottovalutare l’aspetto complessivo della narrazione che vede un racconto contemplativo e quasi onirico scritto cent’anni fa amalgamarsi con uno stile moderno e d’azione pur mantenendo l’orrore che solo Lovecraft era in grado di evocare.

 
Non è necessario aver letto Le montagne della follia per apprezzare The Hive, anche perché il libro è intervallato da due diversi flashback (tre in realtà) che ricostruiscono gli eventi che hanno portato alla narrazione attuale. 
 
Come altri hanno detto è una miscela di horror, storia e fantascienza ottimamente riuscita, che rende attuale l’universo lovecraftiano che ha milioni di lettori adoranti in tutto il mondo.
 
Consigliato a tutti quelli a cui piacciono i film d’azione, i mostri venuti dallo spazio profondo, le ambientazione claustrofobiche e spettrali.
Soprattutto consigliato a chi ha lo stomaco forte e tiene una lucina accesa la notte…
 

Chi èTim Curran ?

Tim Curran è un autore americano, vive nel Michigan con la moglie e i tre figli. Appassionato
di horror fin da ragazzo, è un autore di genere molto prolifico. Recentemente
i suoi romanzi sono stati pubblicati in Italia, Germania e Giappone.

Si ringrazia sentitamente la casa editrice per averci fornito la copia ARC per questa recensione.

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *