Recensione Dark Italy – Racconti horror italiani

Quando mi approccio a una nuova casa editrice di cui, come in questo caso, ogni titolo proposto a catalogo è una tentazione, preferisco iniziare da qualcosa che possa darmi un’idea di come questa casa editrice lavori, come sceglie i suoi titoli e qual è l’ambiente in cui si muove. Niente di meglio di una raccolta di racconti che contenga opere degli stessi autori che per quella casa editrice hanno creato altri titoli, altri libri. Certo, alcuni nomi mi erano già noti, ma non mi aspettavo una raccolta di racconti così variopinta e completa!

Arona, Astori, Boselli, Cometto, Mana, Musolino, Marolla, Nerozzi, Vergnani: nove fra le migliori penne della letteratura horror italiana per la prima volta riunite insieme in un’antologia di racconti del terrore ambientati nel nostro paese! Sì, perché l’Italia, terra spesso associata all’arte, all’eleganza e a una certa spensieratezza, nasconde (ma non troppo) spaventosi squarci di tenebra, le cui radici sono antiche e profonde. Il gotico europeo, progenitore dell’horror moderno, deve infatti i suoi natali proprio all’immaginario italiano dell’epoca: foschi castelli popolati da sinistri assassini che complottano nell’ombra, avvelenatori e inquisitori, sabba di streghe, spettri e diavoli… Ecco quindi Dark Italy, una spaventosa cavalcata notturna in nove moderni e agghiaccianti racconti del terrore, che esplorano il lato oscuro del paese del sole.

Ahi, serva Italia, di orrore ostello!
Calma, calma, calma… la citazione è voluta… Sia mai che qualcuno tra voi mi punti il forcone per aver tirato in ballo Dante-bello. In questo libro abbiamo nove racconti, nemmeno uno l’ho trovato anche solo un minimo di livello inferiore agli altri e, vi posso assicurare, qualcuno mi ha fatto assaporare il dolceamaro gusto di ansietta che non è facile stimolarmi.

  • La tremenda coalizione telepatica di Bassavilla di Danilo Arona: dimmi che parli del progetto MK-ultra senza dirmi che parli del progetto MK-ultra. Geniale e inaspettato, originale nella sua semplicità.
  • Il cimitero dei palloni di Cristiana Astori: credo di avere ancora l’ansia che mi ha generato questo racconto. Soprattutto quando ci sono di mezzo storie legate all’infanzia che si è lasciata alle spalle e traumi che rimangono attaccati come carta moschicida.
  • Vertigine nera di Mauro Boselli: questo racconto ti lascia col fiato sospeso e il cuore in gola per ogni centimetro di roccia che scalano i protagonisti. Siamo così folli da ripetere gli stessi errori di chi ci ha preceduto? Ci crediamo migliori? Siamo così folli da rischiare tutto per un obiettivo che forse è davvero troppo, per noi?
  • Via da Magniverne di Maurizio Cometto: un racconto che ho letto essere stato definito disturbante. Beh, sì. Si fonde il tema ghost story con quello delle sfide di coraggio e forza come rito di passaggio, dando un tocco filosofico a un racconto da brividi.
  • L’odore dei luoghi vuoti di Davide Mana: a cui è dedicata la copertina del libro, è qualcosa di prezioso. In una sorta di distopia, in una città che muta e si trasforma riflettendo l’anima dei mostri che la abitano. Ci sono i mostri qui, che sembrano umani e forse lo sono, e umani che si adattano, sopravvivono. Ansia.
  • Ognissanti di Samuel Marolla: è uno dei migliori scritti a sfondo religioso che abbia mai letto. La vita di un sacerdote di paese è intervallata dalle visite di un certo Ospite. Riflessioni e crude verità in un racconto dove l’Uomo e il Male si incontrano per parlare in un gioco perverso che può avere una sola conclusione.
  • Il carnevale dell’Uomo Cervo di Luigi Musolino: il Rituale, Le colline hanno gli occhi, antichi miti popolari, leggende del folclore contadino… non farete più due passi nel bosco con la stessa spensieratezza.
  • Farfalle rosse di Gianfranco Nerozzi: toccante, terribile, straziante, delirante, disturbante. Mi ha commosso e spaventato, fatto serrare la mascella e accelerare il respiro. Un viaggio tra le dimensioni di un investigatore privato devastato da una perdita impensabile.
  • Il canto della città di Claudio Vergnani: nel racconto ritroviamo i due amici Vergy e Claudio, anche questa volta alle prese con una sfida più grande di loro, tanto da far pensare che forse questa volta sia davvero troppo. Ma sappiamo bene come un’entità lovecraftiana è pane per i denti dei due protagonisti che, con pugni ben assestati e quel pizzico di ironia, si muovono in un incubo assurdo.

Il panorama dell’orrore italiano è tutto grandiosamente rappresentato da questa originale selezione di racconti. Sono compresi molti e diversi tipi di orrore che ogni autore affronta a modo suo ed in modo impeccabile, dando soddisfazione ad ogni lettore. Ce n’è per tutti i gusti. I racconti tengono attaccati alla pagina e penso che l’intera raccolta andrebbe letta senza soluzione di continuità dall’inizio alla fine, per poi tornare più riflessivi sui singoli racconti che più ci hanno colpito e fatto riflettere. Come ho detto prima, qualche autore già lo conoscevo e sono rimasto decisamente soddisfatto anche di quelli che non conoscevo e che ora sono entrati a far parte della convention di autori nel mio cervello. Ovviamente è consigliatissimo a tutti, soprattutto per chi si approccia al genere, per chi ama le raccolte di racconti e per chi vuole un po’ di Italia nel panorama dell’horror su libro.

 

 

Si ringrazia sentitamente la casa editrice per averci fornito la copia ARC per questa recensione.

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