E’ un libro scritto divinamente, una storia thriller seria e importante e un’atmosfera tra il paranormale e il, purtroppo, fin troppo reale.
Un’appassionante avventura che attraversa la storia di monti e boschi che inizia ai tempi della Grande Guerra ad oggi e, forse, ad un futuro possibile.
Un eccellente fiore sbocciato nel panorama della narrativa italiana.Ogni luogo è pervaso di una emozione che tutti percepiamo a livello inconscio, anche quando racconta di orrori e violenze. Fabio Castiglione sente tutto questo in misura amplificata, perché soffre di una condizione che lo costringe a percepire le emozioni che ogni luogo ha assorbito. Questo le rende un uomo fragile, ma anche un implacabile cacciatore di assassini. Giunto in Val di Susa per curare l’eredità di un senatore diventato eremita e morto in circostanze oscure, Fabio sarà coinvolto nel groviglio di misteri che l’uomo ha lasciato dietro di sé. Con Fabio, un eccentrico gruppo di rom fieri e combattivi determinati a vendicare il vecchio amico. C’è qualcuno nei boschi: un assassino asservito a una follia dalle radici profondamente radicate nel male. A dargli la caccia saranno proprio Fabio e il rom Costel, che insieme formeranno una improbabile e litigiosa coppia di investigatori multietnici. Due culture si incontrano sullo sfondo della Val di Susa, dove le cause diventano conflitti e i conflitti prendono fuoco.
Leggiamo di un libro ambientato in
Val di Susa che ha per protagonisti
un uomo fuori contesto che fa da tuttofare per una ricca politicante,
Flaminia, il cui
padre, Giraudo, è venuto a mancare che, decisamente, non ha seguito le sue orme, importante
senatore della sinistra italiana, allontanatosi dalla vita mondana nei suoi amati monti dove è cresciuto.
L’uomo ha guadagnato negli anni di ritiro montano una nomea da vecchio pazzo, un eremita che cerca la pace in quei luoghi meravigliosi dove la natura comanda come gli uomini devono vivere in lei e non il contrario.Il nostro protagonista ha un compito semplice: deve inventariare tutte le proprietà dell’anziano a nome della figlia, che ne disporrà poi come preferirà in quanto unica erede.
Quello che non sa la figlia del padre lo scopre presto Fabio, quando capisce che dietro la morte dell’anziano c’è una kumpania di Rom in qualche modo invischiata nella situazione e un inquietante, strano fantasma che lo minaccia dal buio.
Fabio ha un problema però, soffre di una particolare condizione neurologica che lo costringe a percepire come proprie le emozioni che ogni luogo ha assorbito, una specie di psicometria emozionale.
E capisce subito quando qualcosa non va.
I Rom dell’accampamento vivono in una ecovillaggio, San Michele, autosufficiente costruito, ideato, voluto e difeso con i denti dal senatore, anziano protettore di quel gruppo di persone che si è finito per stabilire in quei boschi coltivando con tecniche innovative di permacultura una sorta di comune autosufficiente ed indipendente.
Insomma, vogliono celebrare la morte del loro amico che li ha lasciati e Fabio viene affascinato ed incuriosito dalle loro usanze, rimane fulminato dalla bellissima Shermina, incontra Costel e con questi inizia a costruire una rapporto di cauta fiducia perché, beh, Fabio e i Rom a quanto pare hanno un obiettivo in comune: c’è qualcosa che sembra portare a pensare che ci sia un’ombra dietro la morte dell’anziano folle benefattore.
E qui non posso che fermarmi perché preferisco dirvi il meno possibile della trama e vi ho già detto troppo (beh, si, dopotutto è un thriller non è che si può dire molto della trama) ed è davvero bello avventurarsi per il paesino di montagna, pieno di personaggi caratteristici più o meno piacevoli, nelle disavventure del duo di investigatori meno probabile che esista e in una trama che fonde crime, storia, misticismo, lotte partigiane, politica e umanità.
Com’è possibile?Beh, leggetelo.
Solo una piccola nota: non vorrei avervi fatto pensare che si tratta di una trama in qualche modo “leggera“.
Non lo è.
Non so rendere a parole le emozioni che mi ha dato questa lettura se non con quelle che ho usato con l’autore stesso appena finito il libro: mi è piaciuto abbestia.
Un genere perfetto quello di questo libro che mescola un thriller investigativo avventuroso con del paranormale che si fonde con la realtà in una sottile linea di confine che non si perde ma nemmeno si tocca.
Il caso diventa man mano complesso ed intricato in modo impressionante: ironia nera, scene disturbanti e crude, siparietti tragicomici e riflessioni profonde e dannatamente attuali.
Posso solo parlarne in termini entusiastici perché è uno di quei libri a cui non riesco a trovare difetti, comprendono tutto quello che mi piace di un libro, di una lettura in generale.
Una avventura, un mistero, un segreto nascosto nei boschi, storia, politica, sociologia, misticismo e una complessità di personaggi talmente ben disegnata da far sentire il lettore parte della storia.
Avete presente quando si finisce per parlare col libro?
Quelle situazioni vagamente imbarazzanti in cui si esclama “dai corri, cazzo” o “ma nooo, attento alle spalle!” o ancora “ma perchè non va a vedere lì!?“, ecco, per me quando un libro ti prende fino a questo punto e ti coinvolge così appassionatamente è un libro che ha centrato il punto.
Intrattiene, insegna, fa riflettere, stimola il dialogo, fa sorridere, stringere i denti e sospirare.
Atmosfere che non possono non far pensare ad un Lansdale italiano con due tizi che più diversi non si può che litigano e vanno d’accordo a denti stretti, mossi da un obiettivo comune che li porta a stringere un’amicizia che va oltre la loro stessa comprensione in siparietti quasi comici classici di un certo thriller o del noir, con tutti i loro pregi e difetti.
I rapporti umani tra i personaggi sono così realistici e intensi che sembra quasi di entrare in empatia con loro e un po’ ti dispiace quando finisci il libro perché sarebbe bello leggere ancora delle avventure di Fabio perché alla fine ci si affeziona a lui come ad un amico che è quasi un alter ego di noi stessi.
La sottile ironia politica e critica sociale che permea il paese di fantasia in cui è ambientata la storia è fenomenale, reale, intensa.
Il proposito ambientalista, che credo sia molto caro all’autore, è presente dall’inizio alla fine e favorisce un’epifania di presa di coscienza di qualcosa che c’è, anche se non la vediamo.
Per quel che mi riguarda è un libro che mi serviva leggere, un libro che dimostra l’eccellenza italiana della narrativa di genere, un romanzo moderno e attuale, vincente e positivo.
Se non si fosse capito, lo consiglio!
Chi è l’autore?
Flavio Troisi, 1972. Da anni presta la sua penna a progetti editoriali di ogni genere, dalla narrativa alle biografie e al business. Ehm… no. Scusate ma ricomincio, perché ho qualcosa da dire…
“Flavio Troisi, scrittore e ghost writer.”
La frase iconica di un fenomeno italiano che ho scoperto di recente e che non vedevo l’ora di presentarvi.
Il buon Flavio è un appassionato di letteratura di genere, un grande conoscitore, un esperto di tutto quello che è il mondo in cui si muovono immaginazione, horror, weird, eerie, creepy-cose, gotico, mistero… Scrive per vivere e fa anche un sacco di altre cose che tra l’altro entusiasmano parecchio la mia laurea in biotecnologie vegetali, ma di un altro lavoro che svolge vorrei parlarvi.
Il suo encomiabile e preziosissimo lavoro su YouTube porta anche a farsi conoscere come ottimo punto di riferimento per chi cerca approfondimenti, curiosità e notizie da questo mondo dell’immaginifico e dell’avvincente. Personalmente ritengo che la sua passione, la sua anima letteraria, il suo cuore oscuro traspaiano e trasudino da ogni parola che usa per parlare dei libri che porta sul canale e delle sue riflessioni su svariati argomenti.
Ecco, non potevo esimermi dal parlarne in tono entusiasta e ho lasciato in fondo alla bio questa mia personale riflessione su questo ragazzo che mi ha dato tanto, che lo sappia o no, e che mi continua ad arricchire sia come lettore che come esploratore dell’anima, perché avevo un po’ timore che poteste pensare che la mia ammirazione nei suoi confronti avesse potuto in qualche modo condizionarmi.
Beh, no, anzi, ho deglutito parecchio e sospirato temendo il peggio quando ho aperto la prima pagina perché il terrore che poi finisse per deludermi il nuovo idolo era troppo forte.
Ma no.
Rinnovo il mio grazie a Flavio, un grazie che spero lui ricordi a cosa si riferisce.
Si ringraziano sentitamente la casa editrice e l’autore per averci fornito la copia ARC per questa recensione.