Recensione Acque tranquille – F.E. Feeley Jr.

Promise, Michigan, assomiglia a qualunque altra cittadina dello stato.
Sorge sulle rive di un lago, le case disposte in piccole file ordinate entro piccoli quartieri graziosi. Durante l’estate è invasa da turisti venuti a spendere i loro risparmi e a godersi le acque rinfrescanti del lago.
Ma Promise nasconde un terribile segreto.
Al centro del lago sorge un’isola abbandonata dove si vocifera che una maledizione sia in attesa della sua prossima vittima, inesorabile e letale.
Molti la ritengono solo una storia, utile a tenere i ragazzi lontani dai guai.
Eppure, tutti si mantengono a debita distanza.
Tutti tranne Bret e Adam, che vi si sono avventurati la notte del compleanno di Bret.
Quando si sono dichiarati il loro amore e si sono scambiati la promessa di sposarsi, credevano che nessuno avesse udito i loro sussurri, ma si sbagliavano.
Cinque anni dopo la morte di Adam, Bret torna dalla sua famiglia per cercare di guarire.
Ma qualcuno sta uccidendo la gente di Promise in accessi casuali di violenza.
Bret, con l’aiuto dell’agente dell’FBI Jeff McAllister, deve scoprire l’identità di un assassino con la morte nella mente e la vendetta nel cuore.
Un ragazzo è sparito, è morto, il suo compagno è distrutto, finito.
Ad un anno dal giorno che gliel’ha portato via, Bret ricorda Adam tornando nel suo paese natale che è anche il luogo dove ha perduto tutto.

Bret è ospitato e, fondamentalmente, adottato dalla famiglia di Adam che si contrappone alla propria famiglia che lo ha violentemente criticato e allontanato alla scoperta dell’omosessualità del figlio.

La famiglia di Bret fa parte della società bene di Promise, per la madre lo scandalo che avrebbe portato la notizia dell’omosessualità dell’unico figlio maschio sarebbe stata fin peggiore di quella dei ripetuti tradimenti del marito e risolve allontanando il figlio, nonostante il grave lutto che gli è capitato.
Fortuna per Bret, la famiglia di Adam invece è molto più aperta, meno incline a badare ai pettegolezzi di un paese di provincia e sicuramente poco interessata alle persone che li circondano.
Durante una intima celebrazione del ricordo di Adam, nella cittadina una creatura esce dalle ombre, osserva assetata di vendetta le sue vittime e le uccide, affogandole nelle putride acque del lago al cui centro vi è un’isola, un’isola importante.
Tutti nella cittadina sanno che su quell’isola c’è qualcosa, qualcosa di oscuro, qualcosa di inspiegabile.
Questo la definisce anche come la meta numero uno per adolescenti e non, che si sfidano a passarci la notte, ad arrivarci a nuoto e sfidare il mistero.
Ma c’è altro oltre alle dicerie, ci sono leggende che hanno un fondo di verità.
C’è da fare giustizia, ci sono da mantenere promesse.
La vendetta è solo una delle motivazioni.
Si può senz’altro dire che siamo ad una marcata evoluzione del lavoro dell’autore che già ci aveva conquistati con indubbia capacità di intrattenimento mescolando la trama del libro a fatti terribili reali stimolando una riflessione sulle relazioni umane.
Questo libro parla di ipocrisia, di tradimento, di odio, di invidia, di ignoranza, di differenze sociali dettate da situazioni completamente basate sul nulla, sulla menzogna e sull’apparenza.
Una società in cui la posizione sociale e la reputazione individuale contano più di sentimenti e legami affettivo-biologici, condanna a morte non tanto un ragazzo, vittima inconsapevole di un gioco meschino, ma l’evoluzione della razza umana in quanto composta da creature dotate di raziocinio e inventiva.
L’ignoranza, non smetterò mai di crederlo e ribadirlo, è la nemica più grande dell’umanità e, forse, seguita a ruota dalla mancanza di volontà a volerla combattere.
L’ignoranza è una culla in cui è comodo appoggiarsi perché non ci si deve impegnare a rendersi conto di essere dalla parte del torto e sopratutto non implica quello sforzo mentale, di cui molti umani sono incapaci, per accrescere e migliorare il proprio stato evolutivo.
In questa storia l’unica cosa soprannaturale è… c’è davvero qualcosa di paranormale?
O il fantasma di un ragazzo che è stato brutalmente assassinato dalla follia di una madre ossessionata dal giudizio altrui è naturale che torni a perseguitare coloro che hanno portato alla fine di un amore, di una famiglia e di un futuro?
Io credo che oggi come oggi sia quasi d’obbligo che siano scritti libri di questo tipo, che siano letti e compresi, anche con la metafora incoraggiante del soprannaturale, ma che il messaggio arrivi, forte e chiaro, a quelle orecchie che non vogliono aprirsi, che lottano per restare chiuse, e a coloro che fanno si che gli altri se le coprano e restino chiusi e ossessionati dalla loro stessa arroganza.
Ah, ovviamente è consigliatissimo.
Le acque chete distruggono i ponti.

Chi è F.E. Feeley Jr.?

F.E. Feeley Jr crede nella magia, nella musica, nella letteratura, nell’arte e in quelle cose che ci collegano tutti.
Nato a Detroit, nel Michigan, Feeley è un veterano degli Stati Uniti.
Feeley ha scritto otto romanzi negli ultimi sei anni, tra cui Memoirs of the Human Wraiths, Closer, When Heaven Strikes, The Color of Love, Borderland e Hallelujah.
Feeley ha pubblicato una raccolta di poesie nel suo libro, Heaven Underneath the Sound of the World.
Sposato con l’amore della sua vita, John, risiede nel sud-est del Texas, dove si prendono cura del loro gatto, la signora Abigail Adams.
Innanzitutto, sono un marito per il mio meraviglioso marito, John. Sono un padre del nostro pastore tedesco di cinque anni, Kaiser. Sono un avido lettore di Mysteries, Horror, Suspense e biografie. Sono un giocatore. I miei preferiti sono Dragon Age, Mass Effect, Star Trek Online, Skyrim, Assassin’’s Creed, Fallout e Civilization Five. Adoro cucinare e adoro provare nuove ricette (suggerimento suggerimento). Sono un appassionato drogato di musica dalla musica POPular all’Opera, a Showtunes, Gospel, Rock, Rap e Hip Hop. E di tanto in tanto scrivo narrativa per gay.
 
Adoro entrare in contatto con le persone. Sono cresciuto in un mondo in cui c’era questo confine invisibile stabilito tra me e il mondo intorno a me. Mi sentivo più un osservatore che un vero partecipante in quel mondo. Da quando ho lasciato il fondamentalismo, è stato il mio costante tentativo di far parte del mondo far parte dell’umanità. E quando scrivo la mia poesia o i miei libri, attingo dalle esperienze di essere cresciuto in quell’ambiente, nonché dalle esperienze di assaggio del bouquet dell’umanità che mi avevano negato tutti quegli anni fa.
 
È un modo per intrattenere le persone, la scrittura è un modo per connettersi a loro, così come un modo per me di riprendermi dal mondo in cui avevo vissuto tanti anni fa. Grazie per essere venuto nel mio viaggio con me.

 

Si ringrazia sentitamente la casa editrice per averci fornito la copia ARC per questa recensione.

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