Recensione Le lunghe ombre di Ottobre – Kristopher Triana

Immaginate cosa succederebbe se mescolassimo la crudeltà gratuita degli slasher anni ’80 con uno splatter talmente esagerato che persino Ash vs The Evil Dead faticherebbe a reggerne il confronto. Aggiungiamo magia presa a caso da qualsiasi contesto culturale, in stile Sabrina di Netflix (la cui chiusura, ancora oggi, fa male), e adolescenti con gli ormoni impazziti: ragazze disinibite, ragazzi accaldati, una grande casa misteriosa dal passato oscuro, sessismo e stereotipi che caratterizzano i personaggi. Poi, scuotiamo tutto insieme e scopriamo cosa ne viene fuori.

Quando Joe e Danny accettano di fare da guardiani a Snowden Manor, non immaginano minimamente che non saranno soli in quella casa. Tra le sue mura dimora uno spirito che è un misto tra fantasma, succubo e strega, e che usa il maniero come prigione per le anime. Ora che la luna piena di ottobre si staglia sulle montagne, quella creatura si sta risvegliando per reclamare la sua carne.

Kayla, da tempo innamorata di Joe, accetta con entusiasmo l’invito alla festa organizzata nella casa. Ma la serata prende una piega inquietante: le persone iniziano a scomparire, un cane misterioso appare all’improvviso e i ragazzi subiscono strani cambiamenti. Mentre Kayla cerca di capire cosa sta succedendo, viene avvertita dagli spettri che dimorano nel maniero: deve salvare i suoi amici prima che vengano divorati dalla strega seducente. Il tempo però stringe. Con l’avvicinarsi di Halloween, il maniero diventa un portale per la magia oscura delle montagne, e le ombre che regnano nei boschi tornano a casa.

Cosa otteniamo mescolando un film per adolescenti con una casa infestata governata da un male vendicativo e alimentato dalla lussuria? Una lettura indimenticabile, vietata ai minori, in cui vergini tentate, spiriti tormentati, orrori inaspettati e sensualità sfrenata culminano in una resa dei conti finale da brividi.

Christine Morgan, autrice di Lakehouse Infernal, lo definisce:
“Di una disumanità mostruosa… Triana è decisamente pronto a prendere posto accanto ad artisti del calibro di Wrath James White e Monica J. O’Rourke.” (The Horror Fiction Review)

Oppure, come lo descrive Ginger Nuts of Horror:
“Un libro intelligente, divertente e spaventoso. Destinato a diventare un classico di Halloween.”

La trama si apre con un gruppo di ragazzi che, nella più classica tradizione da commedia americana, vuole aiutare il fratello minore di uno di loro a perdere la verginità. Per farlo, organizzano una festa alcolica, piena di ragazze e fidanzate, nella magione di un’eccentrica signora anziana. Lei, per questioni personali, si assenta e concede loro l’intera proprietà, in cambio della loro “buona fede” e promettendo un compenso eccessivo per un semplice lavoretto estivo.

I ragazzi approfittano dell’occasione per organizzare una festa degna dei migliori film americani. Mentre fervono i preparativi, però, accadono eventi sempre più assurdi. Un grosso cane spunta dal nulla, si lega subito al “verginello”, e il fratello maggiore, il genio del gruppo, inizia a manifestare strani comportamenti. Intanto, le ombre della casa sembrano nascondere molto più che antichi mobili e oggetti d’antiquariato.

Kayla, la fidanzata timida e ritrosa di uno dei ragazzi, si accorge che qualcosa di oscuro sta trasformando gli altri e, grazie all’aiuto di lunghe ombre che prendono vita nell’oscurità di ottobre, scopre l’orribile verità: un’antica strega maledetta, un segreto oscuro, e un desiderio lussurioso che non può essere ignorato minacciano tutti loro. Con Halloween alle porte, il maniero diventa il fulcro di un antico potere pronto a scatenarsi.

Tra sangue, lussuria e disperazione, il libro culmina in una battaglia finale che fonde trash, raccapriccio e violenza in un’esplosione di orrore e sensualità.

Personalmente, amo le edizioni Dunwich perché portano alla luce non solo ciò che è più commerciale nella letteratura di genere, ma anche quelle terre inesplorate che in Italia faticano a trovare radici. Leggere questo tipo di autori e sottogeneri rende l’esperienza ancora più coinvolgente, offrendomi nuove chiavi di lettura e aiutandomi a scoprire storie che potrebbero appassionarmi.

Questo libro può essere letto in due modi. Superficialmente, come una “trashata” assurda: sessista, a tratti omofoba, ignorante e banale. Oppure con occhi diversi, cercando di abbandonare gli standard imposti dall’horror commerciale. Il romanzo si ricollega a un tipo di orrore americano moderno, di nicchia forse, ma di grande tendenza all’estero.

Non troverete qui una trama solida, personaggi ben sviluppati o ambientazioni dettagliate. Ciò che conta è l’effetto. L’obiettivo è disgustare, far rabbrividire, disorientare, e sì, persino irritare. Come nei film Hostel o Saw, lo scopo è creare ribrezzo, generando una pelle d’oca che vi accompagnerà fino all’ultima pagina.

Se siete pronti per un’esperienza di lettura macabra, sconvolgente e delirante, questo è il libro per voi. Adatto solo a un pubblico maturo.

Chi è Kristopher Triana?

Kristopher Triana è l’autore di Full Brutal, Shepherd of the Black Sheep, Body Art, The Ruin Season, Toxic Love e altro ancora.
La sua narrativa è apparsa su innumerevoli riviste e antologie ed è stata tradotta in diverse lingue, attirando elogi da: Publisher’s Weekly, Cemetery Dance, Rue Morgue Magazine, Scream Magazine, The Ginger Nuts of Horror e altri.
Nato a New York nel 1977, Triana è stato portato in Florida all’età di nove anni ed è stato costretto a crescere lì, con suo grande dispiacere.
Per fortuna aveva musica heavy metal e film di John Carpenter con cui cavarsela.
Una volta diventato abbastanza grande è sfuggito a tutto quel fastidioso sole e da allora ha vissuto su e giù per la costa orientale, dal New England alle campagne della Carolina fino al Connecticut, dove vive ora.
È ossessionato da tutti gli aspetti del genere horror e ha accumulato un’incredibile collezione di film cult, libri dell’orrore, cimeli di film, busti e maschere di Halloween.
Ha anche un fortissimo amore per gli animali, specialmente i cani.

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