Dài che forza ormai siamo alla fine di questa quarantena e di questo periodo di reclusione e presto torneremo a passeggiare al sole e a rivederci tutti assieme.
Oggi, in questa data che spero diventerà storica e conosciuta come “la nuova liberazione”, vi porto la seconda parte del wrap up delle mie letture in quarantena che mi ha fatto molto piacere aver suscitato tanto interesse in molti di voi.
In questa sede vi parlo di fantascienza e graphic novel, dei titoli che ho selezionato tra quelli che ho letto per parlarvene e che mi sento di consigliarvi.
Da cosa cominciamo? Fantascienza, dite?
Ottimo, cominciamo!
Macchine come me di Ian McEwan
Lettura fatta per la #fantadistochallenge di marzo (un romanzo che tratti di robot/androidi). Non conoscevo l’autore ed il titolo mi era stato regalato tempo fa ma ricordo che mi aveva attirato fin da subito per la sinossi che prometteva qualcosa di riflessivo sullo stato di androide in un contesto ucronico con qualche minuscolo accenno di utopico.
Beh, che dire… di androidi praticamente non parla, la vicenda è riconducibile solo ad una storia d’amore (anche parlare di amore è un po’ azzardato) tra l’improbabile coppia formata dal protagonista con la vicina di casa, dove il nostro robottino viene acquistato per vezzo del protagonista stesso che si sbanca per acquistare l’ultimo ritrovato geek-tecnologico e che diventa una sorta di oggetto conteso tra i due.
L’androide quindi qui è occasione di qualche riflessione sulla natura umana (tutto già visto, già sentito, già letto e in modo molto più appassionante), una figura di sfondo in una storia che poteva anche farne a meno, un minestrone ripetitivo, ridondante da morire, di fatti che riguardano il protagonista e Alan Turing (praticamente l’unico motivo per cui ho apprezzato questo titolo) che in questa realtà si salva dalla morte e prosegue la sua vita e le sue scoperte in campo di informatica e robotica.
Personalmente non posso dire che non mi sia piaciuto per niente, ma non posso nemmeno dire che lo consiglio come “fantascienza” o di interesse fantascientifico: piuttosto per chi non ne è avvezzo, per chi si sta avvicinando coi piedi di piombo al genere o chi vuole provare un retrogusto di fantastico in una storia assolutamente comparabile ad una di genere di narrativa contemporanea.
La lunga terra di Stephen Baxter feat. Terry Pratchett
Come si può lasciare un libro che in copertina presenta come autore Terry Pratchett e lasciarlo senza averci buttato almeno un occhio?
Spero vivamente che tra voi tutti sappiate almeno chi sia il visionario autore inglese che ha portato nel nostro mondo cose come la saga Mondodisco, il Popolo del tappeto, Maurice e i suoi prodigiosi roditori e una produzione vastissima di opere di fantasy più o meno indirizzato ad un pubblico giovane e che è stato capace di far sorridere e sognare generazioni di piccoli nerd?
Ecco, qui la buon anima di Terry può continuare a riposare in pace perchè non c’entra nulla.
Stephen Baxter ha raccolto idee durante una conferenza tenutasi durante un evento dedicato a Terry Pratchett e al suo Mondodisco in cui ai presenti venne chiesto come si sarebbero immaginati il viaggio interdimensionale se fosse stato possibile e attuabile. Ne è uscito questo splendido gioiellino di letteratura fantastica che ho inserito in fantascienza perché le basi su cui nasce e si sviluppa la trama sono più verso questo genere che al fantasy tradizionale.
Prendiamo la teoria del multiverso, aggiungiamo una scoperta scientifica che ha dello strepitoso (un marchingegno alimentato a patate) e un ragazzo introverso e un filino sociopatico, la fantasia sarcastica che permea gli scritti di Pratchett e un tentativo riuscito di emularne l’ironia e abbiamo questo romanzo bellissimo, una via di mezzo tra The OA e La svastica sul sole, un mix divertente e geniale di multiverso e avventura, di macchina del tempo e viaggio nello spazio.
Un viaggio fantastico che unisce un ragazzo antropofobo, un meccanico tibetano trasfigurato in un cervello positronico, un multiverso formato da versioni apparentemente della nostra Terra che si estendono in due direzioni spazio-temporali all’infinito e mille personaggi interessanti che si incastrano in una storia studiata per essere un omaggio al grande, immortale, Terry Pratchett.
Consigliato a tutti, ma portatevi una bussola!
La peste scarlatta di Jack London
Un romanzo breve e struggente, una storia distopica post-apocalittica raccontata dalle labbra di un anziano sopravvissuto ad un morbo che ha quasi estinto la razza umana e ha portato la civiltà all’orlo del collasso.
Quest’uomo è sopravvissuto ad una malattia che ha ucciso in modo velocissimo e tremendo tutti quelli che aveva attorno, risparmiandolo per qualche misterioso motivo e racconta la sua vita ai nipoti, in un futuro in cui brandelli di quella che era la civiltà umana si sta lentamente ricostituendo.
L’uomo racconta tutto quello che ha passato da quando l’epidemia ha rapidamente cancellato la sua società e tutti quelli che ne facevano parte, dettagliando (in modo superbo, per le conoscenze del tempo) i tentativi di fermare il morbo, le reazioni delle comunità a decadere dell’ordine e alla sua personale discesa verso un limbo di solitudine e silenzio.
Entra a far parte questo titolo di altri di apocalittici da “ultimo sopravvissuto”, tema tanto caro a numerosi scrittori di fantascienza.
Se mi seguite da tempo sapete che ho già parlato di La nube purpurea (clicca per leggere l’articolo dedicato) in passato che affronta temi simili anche se in modo decisamente diverso.
Prossimamente si aggiungerà un altro titolo a questa lista, tutto italiano, ma ve ne parlerò più avanti.
Per quanto mi riguarda, non solo perché AMO alla follia lo scrittore di Zanna Bianca, questo è uno dei romanzi apocalittici più intensi e semplici che abbia letto; leggetelo, è breve ma così intenso da pesarvi in testa per qualche momento quando lo avrete riposto.
Un tuffo nel relitto di Kristine Kathryn Rusch
Un omaggio della Delos Books, una delle poche case editrici che in questa quarantena hanno offerto copie gratuite di titoli del loro catalogo e che si occupa di fantascienza.
Ho letto parecchi loro titoli in passato perché per qualche motivo ne ho sempre avuto facile accesso e ampia reperibilità e devo dire che non sono mai rimasto deluso.
In questo lungo racconto la protagonista è al comando di una nave che recupera rottami nello spazio e che, durante una perlustrazione, fa una scoperta sensazionale che potrebbe renderla ricca e serena per il resto dei suoi giorni ma anche condannare l’umanità intera al più terribile destino.
Affronta così il viaggio con una ciurma raffazzonata e ignara del vero obiettivo, alla volta del punto dello spazio dove giace immobile un relitto che non dovrebbe trovarsi in quel punto.
Bello, ben scritto, personaggi credibili e ben delineati, reazioni e dialoghi realistici al punto che sembra plausibile che si stia parafrasando un evento realmente accaduto.
Dopotutto chi l’ha scritto è anche autrice di puntate e romanzi di Star Trek e di alcuni script per gli X-Men.
Soggetto 13 di Ethan Stone
Edito da Triskell edizioni qualche tempo fa, questo titolo che mi ha gentilmente fornito la casa editrice, è stata una mia personale piccola sfida: ho sfidato me stesso e il web su Goodreads a trovare un libro che avesse caratteristiche precise finché non ne fosse uscito un unico titolo e, con mio sommo piacere, ho scoperto questo libro e soprattutto Ethan Stone.
Per descrivervelo vi dico le caratteristiche che avevo richiesto: genere fantascientifico, protagonista uomo di età compresa tra i 30 e i 50 anni, ambientato ai giorni nostri, protagonista o tematiche LGBT, scritto da un uomo, edito in Italia, no romance. Beh, ne è uscito lui!
La storia di un uomo che scappa da una vita che lo ha deluso in cerca di un po’ di relax nel paese dove è cresciuto e dove scopre che i ricordi che si era lasciato alle spalle non sono affatto dimenticati. E qualcosa nel suo passato torna a riaffiorare quando una serie di eventi gli portano alla mente flashback di qualcosa che ha dimenticato o che si è forzatamente lasciato alle spalle, ma qualsiasi cosa sia è davvero troppo grande per essere ignorata.
Non è certo il più originale dei romanzi perché alcune situazioni che si creano e alcuni passaggi sono talmente telefonati che nemmeno una lettura disattenta può non accorgersene, ma sono resi talmente bene nel contesto che non si ci rende nemmeno conto del volare delle pagine. È una storia leggera e rilassante, davvero un libro che mi è piaciuto e che mi ha intrattenuto, portandomi via la mente nel periodo di massimo carico in questa dannatissima emergenza.
Pyongyang di Guy Delisle
Esattamente come mi aspettavo, il reportage a fumetti di Guy Delisle ci porta nella capitale della Corea del Nord, una delle città più misteriose e segrete del nostro tempo.
Entrare, permanere e, forse soprattutto, andarsene dalla Corea del Nord è praticamente impossibile senza i ferrei e impenetrabili occhi del regime dittatoriale che la governa. Il nostro buffo, ironico e un po’ disilluso protagonista si trova in Corea del Nord per lavorare, con altri europei, presso una casa di produzione di cartoni animati che appalta a questo Paese buona parte della propria attività.
E l’autore-protagonista, voce narrante di tutto il libro, ci porta a guardare la vita dei nordcoreani attraverso i suoi occhi di occidentale. Ci mostra, a volte un po’ ingenuamente e a volte con precisa sagacia, quelle che sono le realtà di un paese così distante dagli standard a cui possiamo solo immaginare dai fatti di cronaca che arrivano fino a noi o dai distopici che leggiamo.
Questi reportage a fumetti sono molto appassionanti e interessanti, che vedono un punto di vista originale col tocco di innocente ingenuità che fa sorridere e riflettere fino all’ultima pagina, quando il protagonista inevitabilmente si allontana diretto alla successiva destinazione. Bellissimo e consigliatissimo a tutti.
Joe Shuster di Julian Voloj e Thomas Campi
Jerry Siegel e Joe Shuster erano due ragazzini quando inventarono Superman e lo vendettero, ingenuamente, per 130$ all’editore che lo avrebbe reso famoso in tutto il mondo. Questo libro, meticolosamente documentato da Julian Voloj e dipinto con amore infinito da Thomas Campi, racconta la storia dei due giovani di Cleveland e della loro ordalia durata fino al 1975, anno in cui fu ufficialmente riconosciuta loro la paternità del supereroe più famoso di tutti i tempi, di cui nell’aprile 2018 si è festeggiato l’ottantesimo compleanno.
Un libro vero, doloroso, fondamentale per conoscere e capire una delle più importanti battaglie per il diritto d’autore mai condotte, ma anche un premuroso, dovuto, atto d’amore per un personaggio all’ombra del cui mantello siamo cresciuti tutti, che ce ne rendiamo conto o no.
Ho trovato la storia pregna di un romantico senso di ricordo, di malinconia e di dolcezza infinita nel trattare i ricordi di qualcuno che ha vissuto l’odissea dei creatori di Superman. I disegni sono perfetti per rappresentare ed arrivare diretti al punto in cui gli autori volevano portare chi ne legge le pagine. Davvero bello, dolce dolce, soprattutto per chi, come me, è un amante del fumetto di vecchia data.
Sfera di AlbHey Longo
Chiara e Damiano si incontrano per caso. Lei ha grandi sogni che ha chiuso in un cassetto. Lui forse ha un superpotere, e il bisogno di rendersi utile. Insieme diventeranno famosi. Quella sarà la parte facile. Il difficile sarà non cadere nella routine dell’accontentarsi di ciò che si ha, come già facevano prima. Trovare il loro posto nel mondo sarà un processo interiore per il quale scopriranno che non esistono scorciatoie.
Se vi domandavate com’è la Millennial New Graphic Literature, non dovete fare altro che leggere il nuovo, sorprendente romanzo grafico di AlbHey Longo. Divertentissimo, trascinante e decisamente interessante come tematica e come viene affrontata. Il pensiero del millennial, due personaggi perfettamente integrati nell’epoca della disgregazione sociale che trovano il modo, insieme, di volgere a loro vantaggio qualcosa di speciale.
Non mi sento di anticipare nulla della storia perché sarebbe un piccolo spoiler dietro l’altro ma vi dico che ci sono superpoteri, arte moderna, amicizia, senso della vita. E vorrei tanto un seguito…
Souvenir dall’impero dell’atomo di Alexandre Clérisse e Thierry Smolderen
Intriso di estetica retro anni Cinquanta, Souvenir dell’impero dell’atomo racconta la storia di un mite impiegato che asserisce di ricevere, da anni, messaggi telepatici dal condottiero di una razza aliena sconosciuta ai terrestri.
È un pazzo o semplicemente non ha modo di provare quel che dice? Una seduta di ipnosi porterà a una risposta sconcertante e un uomo senza scrupoli cercherà di impossessarsi dei segreti della sua mente… e del mondo intero!
Un magnifico affresco psicologico, fantascientifico e sociale, uno spaccato dell’Europa ai tempi della guerra fredda. Un piccolo miracolo del fumetto francese.
I disegni sono strepitosi, la storia divertente e assurda! Sembra di essere teletrasportati indietro di 40 anni, in quei cartoni animati Hanna & Barbera che hanno accompagnato la mia infanzia. Bellissimo, delirante e dolcissimo, consigliato a tutti, soprattutto al bambino dentro di noi.
Nomen omen di Jacopo Camagni e Marco B. Bucci
Vigilia di mezza estate, 1995. Due ragazze intraprendono un viaggio che deve portarle dalla costa Ovest a quella Est degli Stati Uniti. Non sanno, però, che stanno per fare un incontro inaspettato e imprevedibile che cambierà per sempre la loro vita! L’emozionante, esclusivo, imperdibile capitolo zero di Nomen Omen, scaricabile gratuitamente in versione digitale!
Rebecca “Becky” Kumar è una newyorkese sveglia e piuttosto nerd. Ha due mamme meravigliose, due cani ed è affetta da acromatopsia. Becky non può vedere i colori, ma questo non le impedisce di scattare foto e postarle sul suo profilo Instagram. Nell’innevata notte del suo ventunesimo compleanno, circondata dai suoi più cari amici, Rebecca scoprirà suo malgrado che ci sono più cose tra cielo e terra di quante se ne possano sognare.
Una fantastica nuova scoperta, disegni letteralmente strepitosi, una storia avvincente e così originale da sfuggire ad ogni intuizione, un uso dei colori che lascia senza fiato. Da avere, merita tutto il successo del mondo.
Il grande magazzi di Leo Ortolani
Venghino, siòri e siòre, perché qui si raccontano le strafavolose avventure del Grande Oler Magazzi, e di come egli giunse, nevvero, a essere il più grande di tutti i maghi. Circa. E di come conquistò sul campo l’aggettivo di GRANDE, affrontando e sconfiggendo acerrimi rivali in amore e conquistato il cuore dell’unica donna in grado di cambiare la sua vita. Passata. Solo Magazzi potrà porre una fine a tutto questo. Ma avere la bacchetta magica non aiuta, specie se è corta, e i suoi rivali sembrano dotati di poteri alquanto singolari. Forza, Magazzi! Forza!
Parodia di Harry Potter, tenete i fazzoletti vicini. Per le lacrime che avrete dal ridere!
The walking rat di Leo Ortolani
La strabiliante parodia di The Walking Dead di Leo Ortolani. Il mondo è devastato e privato di ogni speranza. Un po’ come il sabato pomeriggio al centro commerciale. Niente più automobili, gente attaccata al cellulare, stress, paura delle malattie, paura di morire. Perché siamo tutti già morti. E come andrà a finire? È questo il succo di The Walking Rat, la saga Rat-zombie di Leo Ortolani che risponde alla domanda che da sempre assilla l’uomo: c’è umorismo, dopo la morte? Non puoi non finire per amare il protagonista zombie, il punto di vista su cui nessuno ha mai riflettuto!
Star Rats di Leo Ortolani
Le sorti della galassia sono nelle mani unte di Granello, un insignificante ragazzino che, come suo padre, dovrebbe diventare un Rat-Man e invece sogna di essere un Cavaliere dell’Oroscopo, avere poteri straordinari e poterli usare per fare colpo sulla principessa del suo pianeta. Ma un bel giorno, questa viene rapita dal malvagio Imperatore Nero e dal suo sinistro braccio destro, Lord Valker. Il mondo della prima, storica trilogia rivisto dalla matita di Leo Ortolani. Fantastico, stellare!
La cattedrale del mare di Pilar Alonso, Tomeu Pinya, Ester Salguero e Ernesto Lovera
Una fantastica scoperta quella di questa graphic novel che illustra un libro che mi ha sempre incuriosito fin dalla sua uscita qualche anno fa. La rappresentazione grafica di questo best seller internazionale che ha lanciato la carriera e la fama di Ildefonso Falcones. Illustrato in questo volume troviamo gli affascinanti e storici scenari del XIV secolo.
La città di Barcellona vive il suo momento di massimo splendore. In un umile quartiere di pescatori, gli abitanti hanno deciso di erigere la più grande chiesa mai costruita dedicata alla Vergine: la Cattedrale di Santa Maria del Mar. Tra le braccia di suo padre, il piccolo Arnau arriva in città alla ricerca di una nuova vita da uomo libero. Quale destino spetta a un semplice servo che deve confrontarsi con le classi più ricche e potenti di Barcellona? I disegni di questo romanzo a fumetti rendono le ambientazioni, i luoghi e i personaggi descritti nel libro da cui traggono origine e sono davvero un interesse.
E siamo arrivati alla fine anche di questo Wrap up, se non vi costa nulla fatemi sapere sui vari social dove possiamo tenerci in contatto se per caso vi è piaciuto come format e lo vorreste riproposto ancora in futuro!