Oggi parliamo di un libro serio, una raccolta di interviste reali eseguite dall’autore con un ritmo e uno stile giornalistico che ci trasporta in un mondo oscuro, incredibilmente attuale e purtroppo reale, anche se sembra partorito da uno dei peggiori incubi di un horror o di un thriller moderni.
Ascia nera, per cui ringraziamo Fandango editore per la copia, è la raccolta appunto delle interviste svolte dall’autore a membri di un’organizzazione che, per ora, chiameremo malavitosa chiamata Ascia Nera dove converge il fulcro della criminalità organizzata africana che ha origine proprio nel meraviglioso primo continente e che, purtroppo per tutta l’umanità, estende le sue radici in tutto il mondo, anche se in questo saggio l’autore si riserva di occuparsi solo di ciò che trova nel nostro Paese.
Questa forma di criminalità organizzata trae la sua forza da un sistema ritualistico di mutuo aiuto nato all’interno del sistema universitario africano che, come tutte le mafie del mondo, è un mondo oscuro e malvagio che atterrisce e terrorizza quando lo si guarda più da vicino.
Non che io sia particolarmente ferrato in materia però ho qualche base di altro livello giornalistico di cosa sia la criminalità organizzata nel mondo: un cancro che distrugge la civiltà.
Purtroppo per tantissimi di noi leggere degli orrori, degli incubi e dei mostri che vengono raccontati con spietata e innocente sincerità dai testimoni attori ed autori, attivi e passivi, degli orrori che tutto questo porta, sconvolge e atterrisce.
Il fatto, poi, che l’autore ha voluto lasciare inalterato tutto il contenuto e le circostanze delle interviste al lettore la trovo ottima scelta deontologica giornalistica.
L’autore, infatti, non guida il lettore attraverso un percorso che ha predefinito ma raccoglie le interviste quasi casualmente, creando un puzzle che forma il quadro generale, dando così la possibilità di farsi un’idea personale e quanto più integrale possibile delle parole della persona che man mano viene presentata.
Per ovvi motivi il linguaggio è duro, diretto, senza filtri.
È agghiacciante; le interviste sono suddivise per argomento che potremmo definire tematici, dal come l’organizzazione è strutturata, come una persona ne diventa membro o ne entra nei tentacoli venefici, come non se ne può uscire, come si viene indotti a credere nell’organizzazione, e come sempre accade in questo genere di messaggi non hanno una conclusione ma lasciano alla fine più domande che risposte, lasciandoci attoniti a guardare un mondo aggiungendo una lente percettiva ai nostri occhi che terrorizza e che si rivela dietro notizie che leggiamo distrattamente sui giornali.
Come sempre Fandango ci dona qualcosa che serve per affrontare il mondo con occhio più attento e disincantato.
Leonardo Palmisano (Bari, 1974), etnografo e scrittore, insegna Sociologia Urbana al Politecnico di Bari. È autore del romanzo Trentaquattro (Premio Eboli 2011), delle inchieste Arrivare per restare? La presenza straniera in Puglia, La Città del Sesso. Dominazioni e prostituzioni tra immagine
e corpo, Dopo di Lui. Cosa sarà dell’Italia dopo Silvio Berlusconi; e dei saggi Palombella
Rotta, un decalogo per la sinistra in piena crisi e Nessuno tocchi la Puglia Migliore.
È sceneggiatore e attualmente redattore per www.sulromanzo.it; ha scritto per il manifesto, Liberazione, AlfaBeta2 e NarcoMafie.
Io evito sempre di leggere i racconti ma questo penso che dovremmo leggerlo tutti! Per poter aprire gli occhi sul marcio che esiste in questo mondo..
Non leggo raccolte, però non avevo mai sentito di raccolte di interviste. Sicuramente è interessante