Recensione in pillole – La guerra contro gli Chtorr

Una delle migliori serie di fantascienza che abbia mai letto. Un volume unico che raccoglie i 5 romanzi di cui è composta la saga.
Futuro non troppo lontano, razza aliena misteriosa e davvero originale, trama fitta e molto coinvolgente, mille colpi di scena letteralmente dall’inizio alla fine.
Mi ha lasciato davvero senza parole la lettura di questa saga di fantascienza che mi ha rinnovato l’amore per il genere.

Gerrold è l’autore della serie de La guerra contro gli Chtorr (The War Against the Chtorr), nella quale si parla di un’invasione della Terra da parte di misteriosi alieni. Se in prima battuta pare una storia d’invasione basata sul cliché classico degli orripilanti alieni, i famigerati Chtorrian, che divorano gli esseri umani, sin dalle prima pagine si comprende come l’ovvietà scompaia. L’invasione descritta da Gerrold è strana, insolita, incomprensibile e misteriosa. Gli invasori apparentemente non usano tecnologie avanzate, non dispongono di astronavi o di strane armi a raggi. Approdano sul pianeta insinuando un’intera piramide ecologica. Questa è costituita da migliaia di specie vegetali e animali aggressive che minacciano l’ecosistema terrestre per trasformare la superficie del pianeta in qualcos’altro, in qualcosa di alieno.
Gerrold, per la narrazione, utilizza un espediente letterario singolare. Narra le vicende di guerra dal punto di vista minore di Jim McCarthy, un giovane biologo entrato quasi per caso nelle Forze Speciali, quelle forze di élite dell’esercito americano impegnate nel tentativo di contenimento dell’invasione. Questo espediente gli permette di sviluppare la storia senza dover specificare da dove provengano gli alieni, come questi siano giunti sulla Terra, se questi siano l’avanguardia di una particolare specie intelligente. Nel contempo, riesce ad esprimere il concetto secondo il quale chi combatte, quasi sempre, non ha mai chiara la visione d’insieme ed ignora totalmente quello che avviene in altre parti dello scacchiere di guerra.
Nella stesura di questo ciclo, Gerrold, fa riferimento ideale alle opere di Robert A. Heinlein, del quale cita alcuni concetti: il primo concetto, esplicitato attraverso una sequela di aneddoti, prevede come il potere debba essere esclusivamente nelle mani dei militari, poiché sono gli unici degni di fiducia. Gli altri umani sono solo una massa di “infingardi, smidollati voltagabbana”. Il secondo concetto, sempre mutuato dagli universi di Heinlein, è che l’universo di Gerrold coincida unicamente con l’America e soprattutto con gli Stati Uniti, tanto da far scivolare in secondo piano, o non menzionare affatto, l’effetto dell’invasione chtorran sulle altre nazioni.
Gli Chtorran possono anche essere letti come la metafora di un altro nemico, descritto attraverso un simbolismo nemmeno poi tanto celato o sottinteso: gli alieni sono di colore rosso, vivono in grandi collettivi “comuni” nei quali il singolo individuo scompare e “mangiano i bambini”. Nello stesso tempo nella narrazione, Gerrold, delinea atmosfere che ricordano le sindromi da accerchiamento del periodo maccartista, tanto addirittura da far condividere il cognome del protagonista con quello dell’omonimo senatore degli anni ’50.
Un terzo concetto vuole che l’addestramento militare sia psicologico/filosofico prima che tecnico. Usa l’espediente del Mode Training, di fatto presentato al lettore come se si trattasse di un’alternativa a Scientology di Ron Hubbard, costituito da una serie di indottrinamenti e frutto di un mix di filosofie orientali e di norme comportamentali tipiche dei Marines.

La carriera di Jerrold David Friedman – questo il suo vero nome – ha inizio nel 1966 quando, studente al college, propone una serie di storie per la serie televisiva Star Trek. Tra queste la produzione sceglie e gira l’episodio Animaletti pericolosi (The Trouble with Tribbles – andato in onda anche con il titolo Triboli per i tribli), che divenne uno dei più popolari della serie originale di Star Trek.
Gerrold continua quindi a scrivere per la televisione, lavorando ad altre serie di fantascienza quali Babylon 5, I viaggiatori (Sliders) e Ai confini della realtà (The Twilight Zone). Scrive diversi romanzi di fantascienza tra i quali …per proteggere l’uomo dal male (The Man Who Folded Himself) (1973) e La macchina di D.I.O. (When HARLIE Was One) (1972), nel quale con lungimiranza parla dei virus informatici e per il quale riceve la prima candidatura quale miglior romanzo sia al premio Nebula sia al premio Hugo. Quest’ultimo romanzo viene rivisto nel 1988 con il titolo When HARLIE Was One, Release 2.0 nel quale si ragiona sui nuovi sviluppi dell’intelligenza artificiale.

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