Recensione Amapolas. Racconti dal mondo ispanico – AA.VV.

Dalla collana di narrativa straniera “I Selvaggi” di Alessandro Polidoro Editore (#prodottofornitoda) che ha lo scopo di individuare nella letteratura internazionale voci giovani e ancora sconosciute nel nostro panorama editoriale, selezionate nella letteratura ispanofona per questa raccolta di racconti brevissimi.
Questo è il primo titolo della collana che mette insieme voci celebri del mondo ispanico intorno alla tematica LGBT con racconti brevi, brevissimi ed inediti.Amapolas raccoglie tante storie che sono tante testimonianze d’amore: narra dell’amore e odio di Rimbaud e Verlaine, di un moderno Dorian Gray e di suo marito che lo aspetta a casa, di passioni che sembrano un ossimoro nella propria essenza, come quella tra un ebreo e un sergente tedesco. Ma ancora, nelle pagine dell’antologia è possibile immedesimarsi in Claudio, Jaime, Jim e Santiango, o in Paula, Regina, Clara, Vanesa o nei Belli Addormentati che restano in attesa che qualcosa o qualcuno possa risvegliarli.
Unendo la provenienza e l’ambientazione dei racconti e dei loro autori sulla mappa del mondo, questi venti racconti ci portano dalla Spagna al Cile, al Messico, all’Argentina, alla Colombia, passando per gli Stati Uniti e l’Europa attraverso gli occhi degli autori scelti per rappresentare l’amore omosessuale in tante sue sfaccettature come un caleidoscopio gay di vita d’amore trovandosi a fare i conti con la dimensione burocratica di questo amore, oggi così attuale, sempre così attuale: quella delle unioni civili e dei diritti dei cittadini del mondo.
Quelli di Amapolas sono amori veri, intensi, passionali, talvolta addirittura violenti, ma che di certo
esplorano tutte le sfaccettature e le implicazioni del sentimento che muove il mondo, libero dalle gabbie identitarie e dai confini di genere.
L’idea di questa raccolta nasce nel 2014 durante la 3° edizione del Corso di Traduzione Letteraria per l’editoria, in collaborazione fra l’Istituto Cervantes di Napoli e l’Università “L’Orientale”; gli studenti che hanno preso parte al progetto hanno realizzato questa opera.

Nell’introduzione al libro, a cura di Marco Ottaiano, direttore del Corso di Traduzione Letteraria per l’editoria, ci viene raccontato il lavoro svolto per la creazione di Amapolas da parte degli studenti e il valore che ha avuto nella produzione letteraria come impegno nel traduttore come figura non meramente limitata alla  trasposizione in lingua ma alla ricerca e studio di forme letterarie significative e rilevanti.

All’inizio di ogni racconto vi è una rapida presentazione dell’autore che ho trovato molto utile sia perchè non conoscevo buona parte di questi nomi, sia perché è un ottimo modo di farli conoscere al pubblico nostrano, poco influenzato da autori ispanofoni.
Ho trovato questa raccolta di racconti un’opera essenzialmente antologica in un campo per nulla scontato o diffuso, ad oggi, nel nostro Paese.
La letteratura LGBT è in crescita, per fortuna, seguendo il flow attuale ma la nicchia della produzione omoerotica è ancora in piuttosto sconosciuta in Italia.
Come anche dimostra il fatto che gli autori di questi racconti sono tutti di ispanofoni provenienti da tutti quei paesi del pianeta dove si parla lo spagnolo, la lingua più diffusa tra tutte.
E’ come a rappresentare un fil rouge che unisce ogni persona senza distinzione di razza, sesso, etnia o provenienza l’opera nasce in spagnolo, la lingua che permea tutto il pianeta diffusa parlata da più di 500 milioni di persone.
Certo è che non si può nemmeno “ridurre” la categorizzazione di questi racconti sotto la bandiera del racconto omoerotico perché non è sicuramente l’elemento preponderante dell’opera, tuttavia le dona quel pizzico di peperoncino che non guasta a volte perché il sesso e l’amore sono imprescindibilmente legati dall’ovvietà della vita, dalla natura che ci rende speciali.
Personalmente ne ho trovati di deliziosi, a volte si sorride, a volte si piange un pò, a volta si riflette.
Il racconto che chiude l’opera mi ha lasciato in bocca un senso di rabbia e impotenza che da tanto non provavo.
Il racconto freddo, breve ed essenziale mima un rapporto ipotetico di una guardia di un campo di concentramento che indaga sulla sparizione di un’altra guardia tedesca e di un prigioniero ebreo.
Nel rapporto si leggono le testimonianze, e quindi i diversi punti di vista, di testimoni più o meno volontari della supposta fuga dei due fino a concludersi rapidamente con un inevitabile finale che mi ha fatto sospirare di dolore e riconoscenza.
Ovviamente come sempre non farò spoiler di nessun genere ma vorrei trasmettere la poeticità con cui vengono presentati i racconti: il primo di questi, freddo, duro, cattivo, erotico, volgare e denso di sofferenza è raccontato con un linguaggio che mi ha portato a pensare ad una lunga poesia graffiata, urbana e arrabbiata.

Ringrazio Alessandro Polidoro Editore per avermi fatto fare un viaggio arcobaleno in una realtà attuale, divertente, piccante.

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