Recensione L’isola bianca: 33°22’04.0″N, 112°16’10.0″W – Gabriele Valenza

Per colpa di una sanguinosa guerra nucleare il mondo fu ridotto a brandelli e la vita si estinse in quasi tutte le sue forme. Le radiazioni tennero in scacco gli uomini e le donne che sopravvissero, costringendoli a vivere come prigionieri all’interno di rifugi antiatomici. Molti anni dopo quegli eventi, in un mondo ormai privo di risorse, l’unico modo per sopravvivere è: uccidere prima di essere uccisi. Gira voce però, che ci sia un luogo non contaminato dalle radiazioni, un luogo ancora intatto e pieno di vita: l’isola bianca. Duncan Glisworth racconta di come la sua ricerca dell’isola bianca lo porterà a dover prendere la decisione più difficile della sua vita.

L’avventura di Duncan, alla fine di un lungo viaggio in una Terra post apocalittica alla ricerca della quasi mitica “Isola bianca”.
Del post apocalittico ha un pò tutti gli elementi, accennati e mai approfonditi, cosi da dare al lettore libero sfogo alla fantasia e tracciando più nel dettaglio il punto di vista del protagonista, Duncan, uno dei rari umani che sopravvivono in un mondo dove diventare la cena di qualcuno è più facile che trovare un senso alla propria vita.
Duncan è nato nel mondo del “dopobomba” e vive inseguendo un mito, l’Isola Bianca, luogo dove spera di trovare la fine del suo viaggio e lungo la strada incontra una bambina e una donna, con cui concluderlo.

Il libro, piuttosto breve, è decisamente piacevole.
Un racconto lungo, violento e disturbante su un futuro immaginato da un autore fresco e promettente.
Qui e la ci sono alcune osservazioni che possono essere sollevate e che non sto ad esaminare perché farei spoiler ma l’autore mi ha personalmente dissolto ogni perplessità.
E’ da leggere rilassati senza farsi troppe domande tecniche ma riflettendo sul senso che ha questa storia, profondo e non scontato.
Il finale è davvero inaspettato e originale.
Molto originale e promettente, leggerò altro di questo autore gentilissimo e disponibilissimo.

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