Un brevissimo racconto dell’autore del più conosciuto Mattatoio n°5 e altre opere osannate e/o underrated, nemmeno troppo conosciuto in Italia. Purtroppo. Davvero purtroppo.
In una Chicago di un futuro non ben definito, ma proiettato nei secoli, un sistema di controllo nascite (e morti) innovativo ha salvato la società dal collasso e dalla sovrappopolazione. È emblematico, quindi, che la storia si svolga nel poco frequentato reparto nascite di un ospedale e sia incentrata sul futuro padre. Un padre riluttante, eroso dai pensieri e immerso in riflessioni del tutto inverosimili per un uomo che sta per vedere la nascita del proprio figlio, agli occhi del lettore.
Un altro uomo dipinge su una parete il riflesso della società contemporanea alla narrazione, ed è lì che il protagonista vede quello che porterà all’inevitabile, assolutamente imprevedibile, finale.
Condito da humor nero e satirico, è un racconto molto breve, ma permeato di tutto il fascino onirico di Vonnegut. Una distopia breve e concisa, che lascia spazio a riflessioni che vanno ben oltre le pagine che lo compongono. Ho letto che questo racconto è stato usato per arricchire l’ambientazione di un paio di film recenti, ma non ho trovato riferimenti obiettivi.
Da leggere in ambiente chiuso, con musica leggera anni ’20 come accompagnamento.