Ok, lo ammetto. Ero prevenuto ma curioso. Alla fine ho fatto un solco nel Kobo da tante sottolineature ed annotazioni.Ad un primo livello di lettura prettamente di narrativa, era davvero tanto tempo che non leggevo qualcosa che mi suscitasse emozioni reali… Sentivo le botte che prendeva il protagonista come calci alla mia bocca dello stomaco e sentivo la sua rabbia crescere in me così forte che per un paio di giorni ho dovuto respirare profondamente. È davvero affascinante il modo in cui scrive, davvero.
Breve e decisamente diretto, l’autore racconta di un soldato della resistenza, di un risvegliato dalla matrice, di un uomo che ha visto le cose che lo circondano. Di un uomo che ha spento la TV e acceso il cervello, come dicevano gli anziani tanto tempo fa.
A livello di contenuto, per quanto sia anch’io un figlio degli anni ’80, purtroppo non me la sento di dare giudizi particolari, non certo perché non abbracci quel genere di cause, ma perché non sono mai stato particolarmente coinvolto e di conseguenza non sono nemmeno così informato da poter dare un mio giudizio a quel livello. Tuttavia, quello che mi ha lasciato questa opera, tolto l’amaro in bocca di una rabbia infinita ed ingiusta, è stato smuovere in me quel desiderio di informazione indipendente che da un po’ avevo tralasciato per fare posto al Dio della Scala.
Beh, inutile pensare a troppo alla colonna sonora di questa lettura… È essa stessa una colonna sonora, sulle note di De Andrè, di quella che è la nostra società, la nostra realtà di tutti i giorni che vogliamo vedere solo quando pensiamo non ci riguardi. Al telegiornale. Prima del film in prima serata.
Per colpa dell’autore ho pianto durante le ferie e sono rimasto incazzato per due giorni contro il mondo!!! E per questo lo ringrazio 🙂 Informiamoci sempre di tutto. In tutti i modi possibili. E quando pensiamo di avere una soluzione, un parere, una risposta, mettiamola in dubbio e cerchiamo ancora. La verità non è là fuori: è dentro di noi.
Stefano Zorba, al secolo Stefano Filippini, è nato a Brescia nel 1983 e vive a Rezzato, in provincia di Brescia. Rapper dal 2001, ha pubblicato quattro album autoprodotti e attualmente sta producendo un progetto con altri rapper di varie nazionalità chiamato “Sons of Babel”. È anche un attivista NoTav di Brescia, impegnato da anni nelle lotte ambientali con il Gruppo Antinocività Rezzato e poi con la Rete Antinocività Bresciana.